
Tre ragazzi immaginari
Tre ragazzi immaginari
Baldini & Castoldi, 1998, ISBN 88-8089-455-2
Brizzi pensa a Jack Frusciante è uscito dal gruppo e Bastogne non come a due storie completamente separate. In diverse interviste li descrive come il lato A e il B side dello stesso 45 giri, o ancor meglio come la tesi e l’antitesi di un discorso possibile sulla giovinezza. In questo senso, Tre ragazzi immaginari arriva come la sintesi e il suggello di una irripetibile trilogia di romanzi pubblicati dal giovane autore più esposto d’Italia fra i 19 e i 23 anni.
Il modello dichiarato è la Favola di Natale di Dickens, lo sfondo una Bologna di fine millennio rischiarata dalle luci dei concerti e le lampade ultraviolette dei rave party; tre sono i movimenti, rivolti al passato, al presente e al futuro (“ars aruspicina”), con l’amore e l’amicizia perennemente al centro della scena.
L’autore è consapevole che la stagione dell’estrema giovinezza è ormai alle spalle, e con lei la narrativa generazionale e la sperimentazione linguistica più sfrenata. La prossima sfida riguarda l’imporsi come narratore a tutto tondo.
Opere collegate: [01], [02].